Secondo le ricerche degli scienziati delle università di Bologna e Bari, “il particolato atmosferico, oltre ad essere un carrier, cioè un vettore di trasporto e diffusione per molti contaminanti chimici e biologici, inclusi i virus, costituisce un substrato che può permettere al virus di rimanere nell’aria in condizioni vitali per un certo tempo, nell’ordine di ore o giorni“, ed essere trasportato anche a distanza. Per giungere a queste conclusioni, hanno esaminato i dati pubblicati sui siti delle Arpa (le Agenzie regionali per la protezione ambientale) relativi a tutte le centraline di rilevamento attive sul territorio nazionale, mettendoli poi a confronto con i casi di contagio.

L’inquinamento aiuta il Coronavirus a diffondersi, per questo la nostra Pianura Padana è devastata: è lì che l’epidemia esplode. Anche a Modena e, in molte città della pianura padana quest’anno in meno di due mesi sono già stati superati i 35 giorni annuali “tollerati” di aria con polveri sottili (PM10) superiori a 35 microgrammi per metri cubo. Per non dire del PM2.5 che secondo i criteri sanitari dovrebbe stare sotto i 20 microgrammi per metro cubo mentre attualmente la media è superiore a 35 in pianura Padana.

Altre ricerche, indicano che il virus potrebbe essere favorito da alcune condizioni di temperatura e umidità: secondo un gruppo di ricerca dell’Università del Maryland, in particolare, ci sarebbe una ‘cintura del coronavirus’, una fascia climatica in cui questo è più resistente sulle superfici e nella quale la nostra Pianura Padana rientra perfettamente per ora. Certamente, l’inquinamento alimenta problematiche sanitarie nella popolazione, rendendo tutti molto più vulnerabili alle aggressioni veicolate dalle vie respiratorie.

Il mondo scientifico, non concorda sulla correlazione tra inquinamento e diffusione del virus, non essendoci uno storico adeguatamente probante, ma per lo stesso motivo non può negarlo. Secondo un approccio preventivo e, alla luce di queste problematiche, DOMUS2020 rappresenta un approccio virtuoso nell’affrontare la duplice emergenza energetica e sanitaria:

  • Ridurre o annullare le emissioni inquinanti in atmosfera
  • Creare ambienti indoor filtrati, protetti e salubri

Particolare attenzione viene posta alla ricerca di elevati valori di benessere e salubrità del luogo, concentrandosi nello specifico, sulle caratteristiche igienico sanitarie che guidano la scelta dei materiali per l’involucro e, dei presidi tecnologici funzionali per contrastare il fenomeno dell’inquinamento indoor e, per fornire una barriera agli agenti ostili esterni. A tal scopo i materiali utilizzati dal Protocollo DOMUS2020/nZEB sono i più traspiranti ed ecologici nella filiera dei materiali da costruzione, e gli apparati automatizzati per il ricambio aria a recupero energetico (VMC), sono di massima eccellenza ed efficicacia. Quest’ultimi sono fondamentali per mantenere elevati livelli di Indoor Air Quality (IAQ) e, forniscono inoltre:

  • Costante aria fresca dal tasso di umidità controllato, privata di odori ed esalazioni sgradevoli e nocive.
  • Contributo fondamentale durante la stagione invernale, quando l’aria fredda, proveniente dall’esterno, giunge negli ambienti, grazie al sistema di ventilazione, già preriscaldata a temperatura ambiente, con livelli di umidità relativa molto contenuti, anche in zone climaticamente molto umide.
  • Attraverso lo cambiatore entalpico per il recupero dell’umidità della VMC, è possibile impedire che l’aria in inverno sia troppo secca e causa di problematiche respiratorie.
  • Aria salubre che previene le malattie da raffreddamento, grazie all’utilizzo di filtri a maglia fine, che bloccano le polveri sottili ed i pollini.

DOMUS2020, fornisce un ambiente protetto con un clima controllato, ottenuto con la formazione di una bolla d’aria filtrata dagli inquinanti esterni. Questa caratteristica è maggiormente apprezzabile in condizioni di elevato rischio sanitario, quali quelle in essere a livello globale per il diffondersi del Coronavirus, ma anche, per le altrettanto gravi problematiche legate all’inquinamento atmosferico.

Diminuire la pressione ambientale potrebbe essere un aiuto per ridurre il contagio oggi ma soprattutto prevenirne domani. Molte attività antropiche, andranno in futuro urgentemente  riviste per contingentare il particolato, entro i parametri delle direttive Ue. Dal trasporto (più merci su ferro) all’agrozootecnia, fino al risparmio energetico degli edifici e alla gestione dei rifiuti senza combustioni.

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