La classificazione energetica di un edificio è influenzata da vari fattori. I principali sono:

– il clima del comune di riferimento;
– l’esposizione;
– la forma compatta dell’edificio;
– l’ombreggiamento;
– le caratteristiche dell’involucro edilizio (se è isolato, se ci sono ponti termici, ecc.);
– le caratteristiche degli impianti;
– la presenza di una ventilazione meccanica con recupero del calore;
– la presenza di impianti a fonti rinnovabili.

I fattori citati non incidono con lo stesso peso sul valore globale.

L’isolamento dell’involucro edilizio e la presenza di una ventilazione meccanica controllata pesano in maniera preponderante (ognuno dei due fattori circa il 25% sul valore globale), seguiti dalla presenza di ponti termici e dalla superficie/orientamento dei serramenti vetrati (che incidono ognuno circa il 15%).

L’orientamento dell’edificio e la presenza di particolari apparecchi elettrici, potrebbero incidere circa il 5% sul valore globale.

Per arrivare alle classi A bisogna cominciare a parlare di edifici a energia quasi zero nZEB, dove la cura del dettaglio deve essere maniacale. Il raggiungimento delle classi A è certamente fattibile per edifici di nuova costruzione, mentre diventa quasi irrealizzabile su edifici esistenti di classe inferiore che si vogliono migliorare energeticamente, poiché la struttura preesistente diventa spesso un ostacolo alla cura di tutti i dettagli.

Tuttavia è sempre possibile ragionare sul miglioramento del comportamento energetico di un edificio esistente, che potrà arrivare nella maggior parte dei casi a prestazioni non ottime ma comunque molto buone (ad esempio a una classe B).

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