L’ultimo Rapporto REN21 sull’energia è stato sottoscritto da 114 esperti di settore, provenienti da ogni regione del mondo, e oltre il 70% di questi si dichiara possibilista sulla completa transizione verso le fonti rinnovabili entro il 2050. I più convinti provengono dal continente europeo e da quello australiano, mentre in Giappone, negli Stati Uniti e in Africa regna lo scetticismo.

A spingere l’evoluzione dovranno essere le innovazioni introdotte in alcuni specifici settori:

  1. In primis quello legato ai trasporti, con un progressivo passaggio all’elettrico e ad altre tipologie di alimentazione che renderanno i motori termici tradizionali un ricordo appartenente al passato.
  2. Si assisterà inoltre all’adozione di modelli evoluti di mobilità: innanzitutto quella intermodale, che consentirà di liberare le aree urbane dal traffico, poi un passaggio dal concetto di ownership a uno di usership, come già prospettato ad esempio dai servizi di car sharing che rendono di fatto superflua l’auto di proprietà.
  3. Un altro elemento da tenere in considerazione è che i grandi gruppi industriali sembrano essere sempre più sensibili nei confronti della tematica ambientale, preferendo siglare contratti di fornitura dell’energia con operatori che ne certificano la provenienza da fonti pulite.
  4. Ancora, il 70% degli esperti intervistati ritiene quasi certo che il costo della componente elettrica generata in modo eco-friendly continuerà a scendere, rendendo di fatto nel tempo il carbone, il nucleare e le altre fonti sempre meno vantaggiose a livello economico: per il 2027 è previsto il sorpasso in termini di convenienza.

Purtroppo, nel rapporto si riscontra anche la generalizzata difficoltà di riuscire a pianificare politiche di sostenibilità per l’instabilità politica che alterna governi con idee profondamente differenti e per una forte resistenza e negazionismo di stati leaders nei confronti del surriscaldamento globale generato da fenomeni artificiali.

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