L’efficientamento energetico è probabilmente uno degli argomenti più importanti che si stà tentando di affrontare a livello globale: basti pensare che quasi il 40% del consumo energetico finale e il 36% delle emissioni di gas serra, deriva dal patrimonio immobiliare.

Il Piano d’azione nazionale SEN (Strategia Energetica Nazionale) per l’ottimizzazione e riduzione dei consumi dell’edificato esistente e futuro si muoverà in due direzioni con altrettanti strumenti guida:

Lo STERPIN (strategia per la Riqualificazione Energetica del Parco Immobiliare Nazionale) e il PANZEB (Piano d’Azione Nazionale per incrementare gli edifici ad energia quasi zero).

Lo STERPIN guiderà l’intervento sugli edifici esistenti che, secondo recenti statistiche, ammontano a oltre 12 milioni, che corrispondono a più di 31 milioni di abitazioni, e rappresentano il 40% del fabbisogno energetico del Paese.

La principale classe energetica è la G con il 60% di immobili. Significa che la stragrande maggioranza delle case degli italiani non ha mai subito interventi di efficientamento e risale al periodo del boom edilizio della seconda metà del secolo scorso (quasi 7,3 milioni di edifici residenziali sono stati costruiti tra il 1946 e il 2000, con una concentrazione massima tra il 1971 e il 1990).

In termini di energia primaria non rinnovabile, il consumo medio complessivo degli edifici residenziali è pari a oltre 180kWh/mq/anno.

Lo Strepin identifica strumenti e interventi da attivare nel settore dell’edilizia civile, tenendo conto del rapporto costi/benefici, e stima il risparmio energetico ottenibile, attraverso di essi, entro il 2020.

Il documento governativo, evidenzia la differenziazione del patrimonio che rende difficile una strategia univoca di efficientamento. Si sofferma sulle principali criticità che gli interventi di efficientamento necessari possono incontrare durante il cammino, principalmente a livello tecnico-procedurale (differenze a livello territoriale nelle prescrizioni urbanistiche) ed economico-finanziarie (difficoltà di accesso al credito bancario e carenza di finanziamenti a tasso agevolato). Per facilitare la fattività sono state introdotte procedure normative di semplificazione procedurale e di calcolo, inoltre si sono perfezionati strumenti finaziari incentivanti a livello nazionale e regionale.

Il PANZEB  contiene gli obiettivi intermedi di miglioramento della prestazione energetica degli edifici di nuova costruzione e le misure finanziarie per promuoverli.
La regione Emilia Romagna ha anticipato i tempi di un anno prevedendo che dal 1 gennaio 2019 tutti gli edifici privati di nuova costruzione dovranno essere ad energia quasi zero.
Il Piano d’azione in esame chiarisce il significato di Edificio ad energia quasi zero (Nearly Zero Energy Building – NZEB), affermando che sarà considerato in questo modo ogni edificio, sia esso di nuova costruzione o esistente, che risponderà ai requisiti tecnici indicati nel Piano stesso.

Affinché un edificio possa considerarsi NZEB è necessario che siano rispettati diversi requisiti. Il primo di questi consiste in un maggiore isolamento termico dell’involucro edilizio. In particolare, sono richiesti valori inferiori di trasmittanza termica per i seguenti elementi: strutture opache verticali, orizzontali e inclinate verso l’esterno o ambienti non riscaldati e chiusure tecniche opache e trasparenti verso l’esterno o verso ambienti non riscaldati. Un altro fondamentale requisito che un edificio deve rispettare per essere considerato NZEB, riguarda gli impianti termici: essi devono essere progettati e realizzati in modo da garantire il rispetto della copertura, tramite il ricorso ad energia prodotta da impianti alimentati da fonti rinnovabili, del 50% dei consumi previsti per l’acqua calda sanitaria, il riscaldamento e il raffrescamento.

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